All’ombra della scultura

 

Mario Negri, All’ombra della scultura, a cura di Stefano Crespi, All’Insegna del Pesce d’Oro, Milano 1985

N.d.A.

 

Ho cominciato come recensore di libri d’arte.
Compiuto un certo rodaggio, a poco a poco, presi a scrivere su artisti di mia scelta e di alcune mostre d’arte antica e moderna. Tale attività, deliberatamente, venne a cessare all’atto della mia prima mostra personale tenuta, nella primavera del 1957, alla Galleria del Milione, al numero 21 di via Bigli. Non mi era possibile, nel modo più assoluto, conciliare l’attività di critico ‘part-time’ con quella di scultore a tempo pieno.
Quindi non scrissi quasi più in tal senso, salvo che in occasione della morte di Alberto Giacometti, della mostra milanese di Medardo Rosso e di una nota, sinora inedita, su Amedeo Modigliani scultore, del 1981-1982.
Ho comunque il rincrescimento di non aver continuato a scrivere di molti altri scultori cui tenevo e che formavano, per così dire, il mio privato museo immaginario: Benedetto Antelami, Giovanni Pisano, Arnolfo di Cambio, Tino di Camaino, Jacopo della Quercia, Agostino di Duccio, Claus Sluter; Géricault scultore, Daumier scultore; Rodin, Gaudier-Brzeska, George Minne, Ernesto De Fiori, Oskar Schlemmer, Henri Laurens, Jacques Lipchitz, Charles Despiau, Picasso scultore, Matisse scultore; Johannis Avramidis, Eduardo Chillida.

 

M.N.

 

Milano, 10 febbraio 1985